Quando uno o più canini definitivi, durante la loro crescita, non spuntano dalla gengiva rimanendone al di sotto, si parla di una condizione denominata “inclusione dei canini”. È un fenomeno che colpisce gli adolescenti, con maggiore incidenza nel sesso femminile, e che non deve essere trascurato per non incorrere in problemi legati alla funzionalità della bocca. Le soluzioni mediche possono essere diverse, a seconda dell’età del paziente e della presenza di una dentizione mista (che comprenda cioè denti da latte e permanenti insieme) o definitiva.
Quando scendono i canini?
La dentizione di un essere umano subisce molte trasformazioni dalla nascita fino all’età adulta. Di regola nel bambino i primi denti da latte iniziano a spuntare a partire dal sesto mese di vita fino al raggiungimento del terzo anno, quando la dentizione arriva a comprendere un totale di 20 denti da latte.
A partire dal sesto anno di età, inizia il processo di sostituzione dei denti da latte; dopo un periodo di dentizione mista con denti permanenti e da latte, la conformazione definitiva si completa in un periodo di tempo di circa 6-7 anni, e comprende un totale di 32 denti permanenti che fuoriescono e si allineano nelle arcate. Dopo la fuoriuscita degli incisivi e del primo molare, che ha il ruolo di guidare la distribuzione degli altri denti, è la volta dei canini, che spuntano di solito tra i 9 e gli 11 anni.
Cosa fare se i canini non scendono?
Il fenomeno della disodontiasi, che si verifica quando i denti non fuoriescono correttamente dalla gengiva andandosi ad allineare lungo l’arcata, riguarda più comunemente i canini e i denti del giudizio.
Questa particolare patologia, che viene indicata come inclusione dei canini, può svilupparsi a seguito di due cause principali: il canino non riesce a trovare all’interno dell’arcata lo spazio necessario per la fuoriuscita, restando quindi bloccato al di sotto dei tessuti gengivali; oppure, nel momento della fuoriuscita assume un orientamento scorretto ed inclinato che ne impedisce l’eruzione. C’è poi un terzo fattore, meno diffuso, che prende il nome di “agenesia del canino” e si verifica quando il dente permanente sottostante non si è mai formato.
La presenza di canini inclusi, oltre a compromettere l’estetica della bocca e del sorriso, comporta una serie di disfunzionalità legate alla masticazione e al corretto allineamento degli altri denti, fino a problemi come la formazione di cisti follicolari attorno al dente incluso o il riassorbimento del canino stesso da parte dell’osso. I canini svolgono un ruolo fondamentale per la corretta occlusione della bocca, sono interessati dai processi fonetici e, grazie alla loro conformazione lunga e affilata, permettono di catturare e strappare il cibo.
Quando l’intervento dell’ortodontista è necessario
Qualora si noti un ritardo nella fuoriuscita dei canini, è necessario sottoporre il bambino ad una visita di controllo, per verificare lo stato del processo di dentizione. Grazie agli esami diagnostici come le radiografie endorali o l’ortopantomografia, il dentista sarà in grado innanzitutto di escludere l’agenesia e procedere intanto alla verifica della presenza del canino nella gengiva.
Nel caso di una dentizione mista, comprendente cioè denti permanenti e da latte, l’intervento dello specialista può essere, a seconda dei casi specifici, orientato all’estrazione del canino da latte, in modo da creare un cunicolo naturale che favorirà la fuoriuscita del canino sottostante.
Nel caso in cui la mancata eruzione avvenga a causa di uno spazio insufficiente in arcata, si può ricorrere all’impiego di dispositivi ortodontici, quali il disgiuntore rapido, in grado di espandere il palato e di creare lo spazio necessario alla fisiologica eruzione del dente. Questa soluzione può essere applicata anche nel caso di mancanza di spazio in presenza di dentizione permanente.