Il percorso di cura ortodontico non si conclude con la rimozione dell’apparecchio, ma continua necessariamente con un periodo di “mantenimento” o “contenzione”. Gli apparecchi di contenzione consigliati e utilizzati più di frequente sono di tre tipi, a seconda del singolo caso: il filo metallico da incollare dietro i denti, quando questi sono tutti permanenti, con lo scopo di evitare una recidiva dell’affollamento dentale; l’apparecchio rimovibile in resina, solitamente indossato di notte; le mascherine invisibili, dispositivi mobili trasparenti che coprono la superficie masticante dei denti, “ingabbiandoli” per impedire movimenti indesiderati.
Cos’è la contenzione dei denti
La contenzione, in ortodonzia, è la fase di stabilizzazione in una terapia ortodontica, successiva alla fase di terapia attiva. La contenzione dei denti è fondamentale, poiché i tessuti di sostegno dei denti hanno una “memoria” della loro posizione originaria, in aggiunta al fatto che la bocca è soggetta ad una serie di forze muscolari che, agendo sui denti appena allineati, quindi non ancora bel consolidati, tenderanno a spostarsi facilmente dalla posizione appena acquisita.
La contenzione può essere attiva o passiva: la contenzione attiva ha la funzione di contrastare gli stimoli nocivi che possono alterare la posizione dei denti; la contenzione passiva consolida la posizione dei denti, grazie all’utilizzo di apparecchi specifici.Questa fase di mantenimento è parte integrante della terapia, unica maniera per consolidare il risultato ortodontico ottenuto, fungendo da vera e propria forza di mantenimento dentale, fino alla fine della crescita ossea dei mascellari e dell’apparato stomatognatico.
Quanto utilizzare l’apparecchio di contenzione ortodontica
Il periodo di contenzione non è quasi mai breve: l’utilizzo dell’apparecchio dipende dalla cresciuta residua del paziente, ma la contenzione ha lunga durata, correlata da controlli ortodontici regolari che monitorino lo sviluppo e la crescita ossea e l’armonia del viso del paziente. Più il caso è complesso, più il paziente dovrà essere attento e puntuale nei controlli, presentandovisi periodicamente e il più assiduamente possibile, per tenere sotto controllo eventuali fattori di rischio e migliorare la qualità di vita.
In linea generale, nei primi 6 mesi dopo il trattamento ortodontico, l’apparecchio va indossato per almeno 14 ore al giorno, dunque tutta la notte e per qualche ora anche durante il giorno; dopo i primi 6 mesi, l’apparecchio di contenzione può essere utilizzato solo durante la notte. Indicativamente, la fase di contenzione dura 2 o 3 anni, al termine dei quali sarebbe opportuno continuare le visite ortodontiche di controllo ogni 6 o 12 mesi, così da poter intercettare e correggere tempestivamente eventuali movimenti rindossando per un altro periodo di tempo l’apparecchio di contenzione.
Come conservare la contenzione ortodontica
Gli apparecchi di contenzione vanno tolti per mangiare e lavarsi i denti, e in quei frangenti, o quando non vengono indossati per tutte le ore della giornata, vanno conservati nella custodia in dotazione. Per lavarli, è consigliabile utilizzare dentifricio o sapone, e acqua, evitando il loro contatto con qualsiasi fonte di calore. Se questi apparecchi non vengono adeguatamente e quotidianamente puliti e igienizzati, rischiano di introdurre all’interno della bocca di chi li indossa residui di cibo, sporcizie e germi, favorendo l’accumulo di tartaro.