I primi dentini iniziano a spuntare verso i 4-6 mesi d’età del bambino. Il primo a spuntare è generalmente uno dei due incisivi centrali inferiori.
Tuttavia potrebbero verificarsi alcuni ritardi, ma questo non deve destare preoccupazione in quanto i denti da latte possono spuntare durante tutto il primo anno di vita.
Tutto il processo della dentizione è un periodo piuttosto delicato per il bambino, che può dar luogo a stress e malesseri di varia natura. Tra questi, uno dei più comuni è l’inappetenza.
Inappetenza nei bambini: cos’è
L’inappetenza nei bambini, così come per gli adulti, è una condizione di mancanza o riduzione dell’appetito che può essere legata a diverse cause.
La comparsa dei primi dentini è uno dei fenomeni che genera inappetenza nei bambini, rendendoli piuttosto irrequieti e restii a consumare anche i loro alimenti preferiti.
Tutto questo però non deve preoccupare i genitori perché l’inappetenza è una condizione fisiologica che interessa anche gli adulti. Si tratta infatti di un meccanismo di difesa che il nostro organismo attiva per mettere a riposo l’apparato digerente, e destinare tutte le energie alla risposta del sistema immunitario alla causa della condizione di inappetenza.
In questa fase è importante non forzare mai il bambino a mangiare, il suo organismo è perfettamente in grado di gestire le risorse disponibili e contrastare l’infiammazione naturalmente e gradualmente. L’appetito tornerà progressivamente in maniera del tutto spontanea.
Quali sono i sintomi e le possibili cause
Oltre alla comparsa dei denti da latte, l’inappetenza può essere collegata a diversi fattori e manifestarsi come una condizione transitoria, oppure come un sintomo di altre patologie da identificare.
I sintomi che si accompagnano alla comparsa di una condizione di inappetenza sono generalmente perdita dell’appetito, dimagrimento, nausea e malnutrizione.
Le cause che possono far emergere l’inappetenza possono essere diverse e devono essere attentamente valutate. Anche i bambini, proprio come gli adulti, possono soffrire di stress legato ai cambiamenti che avvengono intorno a loro, come l’arrivo di un nuovo fratellino, il cambio di scuola o il trasloco: tutti elementi che possono influenzarlo negativamente e ridurre progressivamente il suo appetito.
Alcune malattie transitorie, come l’influenza o alcune infezioni, possono indurre il bambino a mangiare sempre di meno e a rifiutare i pasti, fino a quando non sarà guarito o quantomeno migliorato.
Quando rivolgersi al medico
L’inappetenza è una condizione transitoria che normalmente si risolve spontaneamente nel giro di poco tempo. In generale non c’è bisogno di preoccuparsi: tantissimi bambini mangiano meno di quanto dovrebbero ma non hanno alcun problema o ritardo nella crescita.
La mancanza di appetito può essere invece pericolosa quando il bambino risulta essere costantemente inappetente, rifiutando quasi totalmente il cibo. In una situazione simile bisogna rivolgersi ad un medico pediatra quanto prima. Solitamente è sufficiente monitorare l’aumento del peso nel tempo.
In ogni caso bisogna affrontare il problema delicatamente, cercando di evitare di forzare il bambino a mangiare. Può essere anche solo una questione di gusti magari legati ad un’educazione alimentare troppo selettiva. In questi casi è quindi opportuno provare ad introdurre nuovi sapori e diverse consistenze nella dieta in maniera graduale.