Di fronte ad un aumento eccessivo della gengiva fino ad una parziale o totale copertura di alcuni denti, si è in presenza di una particolare condizione fisiologica denominata iperplasia o ipertrofia gengivale.
Pur trattandosi di una manifestazione clinica abbastanza comune in ambito odontoiatrico, è necessario intervenire per risolvere al più presto questa patologia ed evitare non solo disagi a livello estetico ma anche episodi di compromissione delle funzionalità dentali riguardanti la masticazione e l’igiene orale, con conseguente accumulo di placca e comparsa di infiammazioni, parodontiti e dolore generalizzato.
Quando si parla di iperplasia gengivale
Anche se ormai nel linguaggio comune si utilizzano i termini “iperplasia gengivale” e “ipertrofia gengivale” per riferirsi alla medesima patologia, è bene precisare che, sebbene il sovradimensionamento si presenti con le stesse caratteristiche, si è in presenza di ipertrofia quando l’aumento riguarda il volume della gengiva e di iperplasia quando l’aumento interessa le cellule a livello istologico.
Questa sovracrescita gengivale si mostra come un evidente ingrossamento fibroso, che coinvolge soprattutto la gengiva esterna nella sua parte anteriore. Ci sono poi diverse tipologie di formazione iperplastica gengivale, a seconda che ad essere interessate siano tutte le gengive o il fenomeno sia localizzato soltanto in una porzione, oppure che riguardi il colletto gengivale o sia limitato all’altezza della papilla interdentale.
Quali possono essere le cause
Le cause che portano all’insorgenza dell’iperplasia gengivale possono essere diverse e di differente gravità. Gli studi più recenti stanno orientando la patogenesi di questa condizione verso un quadro multifattoriale, in cui si assiste ad una relazione di concause che intervengono le une sulle altre.
- Assunzione di farmaci. Si tratta di una delle cause più note e ad oggi oggetto di ricerca poiché molti farmaci o principi attivi presentano tra gli effetti collaterali, in genere in una fase iniziale dell’assunzione, proprio lo sviluppo dell’iperplasia gengivale. I farmaci interessati sono i calcio-antagonisti, gli antipertensivi come la nifedipina, gli immunosoppressori come la ciclosporina, gli antiepilettici come la fenitoina. Anche i contraccettivi orali femminili possono essere responsabili di forme di iperplasia ma con caratteristiche molto lievi.
- Processi infiammatori. A causa di un’igiene non adeguata, la placca si deposita nel cavo orale e negli spazi interstiziali facilitando la proliferazione dei batteri e l’insorgenza di gengiviti o iperplasie.
- Squilibri ormonali. Nel caso, ad esempio, delle donne in gravidanza, fenomeni di cambiamenti ormonali come l’epulide gravidica possono favorire lo sviluppo dell’iperplasia che, una volta partorito, si ridurrà spontaneamente.
- Malattie sistemiche o patologie immunitarie quali il diabete, il Morbo di Crohn, la leucemia o il linfoma.
- Manifestazioni di origine tumorale.
- Predisposizione genetica. La causa scatenante è in questo caso l’eccessiva produzione di collagene da parte del corpo e riguarda 1 persona ogni 350.000.
Per avere un quadro completo, l’indagine delle cause va intrecciata con i diversi fattori di rischio o di predisposizione quali la giovane età associata ad una igiene inefficace e l’appartenenza al sesso maschile.
Quando rivolgersi ad uno specialista
Nel caso in cui si noti un aumento localizzato o generalizzato delle gengive, in presenza di sanguinamento, dolore o infiammazioni è necessario consultare uno specialista per poter valutare il ricorso ad un trattamento che riduca i disagi e permetta la diminuzione spontanea o indotta della sovracrescita gengivale. Questa patologia è curabile efficacemente con una corretta educazione orale, terapie parodontali, farmacologiche o che prevedono addirittura la sospensione di alcuni farmaci; nei casi più severi o di tipo genetico si può ricorrere a interventi chirurgici.
Per avere una diagnosi di iperplasia gengivale senza confonderla con altre patologie e scegliere di conseguenza il trattamento più adatto, è necessario effettuare alcune indagini diagnostiche come un esame parodontale con radiografie periapicali, il prelievo di un campione microbiologico e un emocromo completo, sempre consigliato ma fondamentale nel caso di sanguinamento.